Cryptolocker, non si arrestano i contagi. Creato il CRCC

Aumentano le misure di prevenzione e contrasto dei rischi per database e pc da parte della Polizia postale e delle comunicazioni. Tanti i suggerimenti e gli aspetti a cui prestare attenzione: tenere sempre aggiornato il software del proprio pc, munirsi di un buon antivirus, fare periodici backup dei propri file e, soprattutto, fare attenzione alle mail, specialmente se non attese, evitando di cliccare sui link o di aprire gli allegati.

“Cryptolocker”, virus che da qualche tempo imperversa sul web, sta dando filo da torcere. Una conferma, per fortuna terminata nel migliore dei modi: l’operazione che ha permesso di sgominare un’organizzazione criminale per associazione per delinquere, finalizzata all’accesso abusivo informatico, estorsione on line e riciclaggio dei proventi realizzati proprio mediante la diffusione di questo virus, di cui sono rimasti vittima privati cittadini ma anche aziende, private e pubbliche.

Come noto “Cryptolocker” viaggia via email e, tendenzialmente, si tratta di un messaggio che fornisce indicazioni su presunte spedizioni a favore dell’utente o, ancora, contenente un link relativo a un acquisto effettuato on line. Cliccando sul link oppure aprendo l’allegato, solitamente un documento in formato pdf, viene iniettato il virus che immediatamente cripta il contenuto delle memorie dei computer, anche di quelli eventualmente collegati in rete. Segue, quindi, il ricatto dei criminali informatici che richiedono agli utenti il pagamento di una somma di alcune centinaia di euro in “bitcoin”, una moneta virtuale, il cui valore è stabilito dal mercato. Solo così l’utente potrà accedere nuovamente ai suoi dati decriptati o, almeno, questa è la “promessa” dei criminali informatici. Come ha, infatti, specificato la Polizia non bisogna cedere al ricatto, anche perché non è certo che dopo il pagamento i file criptati vengano restituiti.

Come fare allora? Avere come interlocutore il commissariato di polizia online, il cui portale è stato appena integrato con una app scaricabile gratuitamente sul proprio smartphone o tablet, per venire incontro alle crescenti richieste di aiuto degli utenti della rete in tempo reale.

Non solo, sul tema della cybersicurezza la polizia sta collaborando anche con il mondo accademico. E’ stato, infatti, presentato al Viminale, nel corso della mattinata del 9 luglio, il Centro di studi e ricerche sul cyber crime (CRCC). Si tratta di un progetto di collaborazione tra il Dipartimento di Pubblica Sicurezza e il mondo accademico della ricerca che intende promuovere attività di formazione, specializzazione e perfezionamento del personale della polizia. Un ulteriore scopo del progetto è dare impulso ad attività di ricerca di strumenti tecnologicamente più avanzati per essere al passo delle nuove frontiere della criminalità informatica. Del CRCC faranno parte diversi ricercatori del CNR e dell’università La Sapienza di Roma, dell’università Statale di Milano, del Politecnico di Torino di Trento e di Modena-Reggio Emilia.