Mail, cellulari, tablet: Galileo può spiarci. Necessaria una disciplina in merito

Hackeraggio al quadrato? Il Garante della Privacy, Antonello Soro, si dice preoccupato da Galileo, software spia della azienda italiana Hacking team.

Vittima a sua volta di hackeraggio, la realtà milanese è sotto la lente di ingrandimento del Garante della Privacy per via di Galileo. Il software capace di entrare nei telefoni e nei pc, copiare tutti i file e crearne di nuovi, è in grado, addirittura, di attivare una telecamera e attivare un microfono. A tutti gli effetti, quindi, una vera e propria spia, tanto che Soro l’ha definito “un sistema al di fuori del perimetro costituzionale”.

Aspetto delicatissimo è dato, inoltre, dalla capacità di Galileo di essere cancellato dall’operatore che lo controlla a distanza, tanto da non lasciare tracce. A differenza, quindi, di altre tipologie tradizionali di intercettazione, la sua “presenza” non è tracciabile.  Hacking team ha venduto il suo prodotto a molti clienti privati italiani e non, fattore che aumenta lo stato di tensione. Il Garante intende, quindi, completare gli accertamenti per avere una visione più completa e, soprattutto, manifestare una forte e sentita preoccupazione rivolta al governo e al Parlamento. Disciplinare l’utilizzo di questi nuovi sistemi: questo il fondamentale obiettivo del Garante.
DNA si pone, ancora una volta, a disposizione per approfondimenti, aggiornamenti e indicazioni in materia di sicurezza.